FONDAZIONE ARCHIVIO LUIGI NONO ONLUS
1° Caminantes…..Ayacucho
per contralto, flauto, piccolo e grande coro, organo, orchestra a tre cori e live electronicsData di composizione: 1986-1987 [Berlin 7-4-87]
Testo: Giordano Bruno (“Ai principi de l’universo” da De la Causa, Principio et Uno - 1584)
Organico: Mezzo-soprano (contralto); Flauto basso, Organo; Coro piccolo (3 Soprani, 3 Contralti, 3 Tenori, 3 Bassi), Coro grande (10 Soprani, 10 Contralti, 10 Tenori, 10 Bassi); 4 Flauti, 4 Clarinetti ; 8 Corni, 4 trombe, 4 Tromboni; 5 Timpani, Percussioni (2 Gran Casse, 12 Bonghi, Campane, Crotali), 2 Arpe; Archi (5 violini I, 5 violini II, 5 Viole, 5 Violoncelli, 5 Contrabbassi); live electronics
Durata: 36’
Editore: Ricordi, 134351 (1987)
Committente: Müchner Philharmoniker
Prima esecuzione assoluta: Monaco, Philharmonie im Gasteig, 25 aprile 1987; Susanne Otto, contralto – Roberto Fabbriciani, flauto – Elmar Schloter, organo – Chor des Bayerischen Rundfunks – Solistenchor des Instituts für Neue Musik der Staatlichen Hochschule für Musik Freiburg – André Richard, direttore di coro – Müchner Philharmoniker – Djansug Kachidse, direttore – Experimentalstudio der Heinrich-Strobel-Stiftung des Südwestfunks e.V Freiburg (Breisgau), live electronics – Hans-Peter Haller, Luigi Nono, regia del suono – Bernd Noll, Rolf Pfäffle, tecnici del suono
Le ultime due pagine sinfoniche di Nono, 1°) Caminantes … Ayacucho (composto tra il 1986 e il 17 gennaio 1987) e 2°) “No hay caminos hay que caminar… Andrej Tarkowskij” (1987) per orchestra divisa in 7 “cori” formano idealmente un trittico con “Hay que caminar” soñando (1989) per due violini: sono le opere che concludono il catalogo noniano. Non per caso i tre titoli si riferiscono a una frase che al compositore dovette apparire come un’illuminazione e che potrebbe fungere da motto per tutta la sua ricerca, una scritta da lui letta sul muro di un chiostro a Toledo: «Caminantes, no hay caminos, hay que caminar». O voi che camminate, non vi sono strade, c’è da camminare; non esistono percorsi segnati, strade certe e sicure, bisogna rifiutare i dogmi e le vie predeterminate per aprirsi all’utopia, alla ricerca incessante, quella del Wanderer o di Prometeo. «È il Wanderer di Nietzsche, della continua ricerca, del Prometeo di Cacciari. È il mare sul quale si va inventando, scoprendo la rotta» commentava Nono verso la fine del suo lungo dialogo (1987) con Enzo Restagno, annunciando il progetto di tre composizioni legate nei titoli alla frase spagnola del chiostro di Toledo.
[…] In 1°) Caminantes … Ayacucho su testo di Giordano Bruno per contralto, flauto basso, organo, 2 cori, orchestra a 3 cori e live electronics, fu commissionato dall’orchestra dei Münchner Philharmoniker e fu eseguito per la prima volta a Monaco il 25 aprile 1987, sotto la direzione del georgiano Djansung Kachidse con solisti il contralto Susanne Otto e il flautista Roberto Fabbriciani e con il Solistenchor di Friburgo. La scelta del testo di Giordano Bruno non è sorprendente: soprattutto negli anni che precedono e seguono il Prometeo Nono manifestò in diverse occasioni il suo interesse per il pensiero bruniano, in cui sentiva affine e congeniale l’insistenza sull’idea dell’infinità dell’universo e della pluralità dei mondi. Il testo di 1°) Caminantes … Ayacucho è tratto da De la causa, principio et uno (1584). Bruno aveva fatto precedere i cinque dialoghi che formano il libro da una “Proemiale Epistola”, da tre poesie latine e da due sonetti, e Nono scelse la prima delle poesie latine, intitolata Ai principi de l’Universo. Nel citato dialogo con Restagno, dopo aver letto la traduzione del testo (servendosi dell’edizione a cura di Augusto Guzzo per Mursia, Milano, 1985), Nono osserva: «È veramente la sconfinatezza del continuo, la continuità degli infiniti universi di Giordano Bruno, camminante che amo molto. 1°) Caminantes … Ayacucho è la prima parte del trittico. Le altre due saranno sulle altre due parti della scritta di Toledo. Accanto alla scritta, nel titolo mio, c’è un nome, Ayacucho: è una zona nel sud del Perù in perenne rivolta. Gli spagnoli non sono mai riusciti a penetrarvi e tutt’oggi è abitata da contadini mantenuti in una condizione miserrima, pressoché isolati dal resto del paese ma in contatto con gli studenti e i professori dell’università S. Marco di Lima e con tutti coloro che rappresentano la punta più avanzata e consapevole della protesta sociale fino alla lotta armata.»
In 1°) Caminantes … Ayacucho, come nel Prometeo, Nono ricorre a un organico ampio disposto nello spazio in modo non tradizionale. L’orchestra è suddivisa in 3 “cori”, in 3 gruppi dei quali il più numeroso è posto al centro. Il gruppo A, a sinistra, comprende una tromba, un trombone, due corni, un percussionista, ai quali si aggiungono le voci maschili del Solistenchor di Friburgo (3 tenori e 3 bassi). Sempre a sinistra davanti al gruppo A stanno il contralto e il flauto basso. A destra il gruppo C comprende anch’esso una tromba, un trombone, due corni, un percussionista, affiancati dalle voci femminili del Solistenchor (3 soprani e 3 contralti). Di fronte al direttore sta il gruppo B, il più numeroso, con al centro gli archi (venticinque in cinque gruppi di cinque ciascuno: violini I e II, viole, violoncelli e contrabbassi). A destra e a sinistra degli archi si dispongono due gruppi di legni e ottoni comprendenti ciascuno 2 flauti, 2 clarinetti, 1 tromba, 1 trombone, 2 corni. Dietro gli archi stanno 2 arpe, gli altri strumenti a percussione, il coro e l’organo. Da notare che vicino ai timpani Nono vuole una tuba con un microfono all’interno, per aggiungere un colore metallico al suono dello strumento a percussione.
Accanto alle consuete campane tubolari l’organico di 1°) Caminantes … Ayacucho richiede campane fatte fondere appositamente a Monaco.
Gli strumenti ad arco vanno predisposti con una accordatura particolare: in ogni singolo strumento le quattro corde sono accordate sulla stessa nota (diversa per ognuno) con sfasamenti microintervallari: per esempio (nel caso del n. 1 dei cinque violini I) La, La crescente di un quarto di tono, La crescente di tre quarti di tono, La calante di un quarto di tono. L’indagine sui microintervalli è uno degli aspetti più volte ricorrenti della ricerca dell’ultimo Nono, in particolare nel pezzo orchestrale A Carlo Scarpa architetto, ai suoi infiniti possibili (1984) e in 2°) “No hay caminos hay que caminar… Andrej Tarkowskij”. In Caminantes il suono degli archi è compiutamente reinventato in modo da produrre le più sottili sfumature microintervallari: la fascia sonora che essi formano conosce le più suggestiv iridescenze e con variabile spessore e intensità sembra veramente invocare voci di spazi infiniti, di altri mondi.
In 1°) Caminantes … Ayacucho ancora una volta Nono lavora sul suono e sullo spazio, intrecciandoli in un tempo sospeso, creando un magico gioco che comporta un ripensamento radicale dei rapporti che si stabiliscono fra le dimensioni del suono, dello spazio, del tempo.
[…] Degli ultimi pezzi che Nono poté portare a termine 1°) Caminantes … Ayacucho è quello che richiede mezzi più imponenti (che invece nell’ultimo pezzo del trittico si riducono a due violini). Ma, come era accaduto nel Prometeo, l’ampiezza dell’organico è strumento di una tensione visionaria scavata in una dimensione sempre più essenziale, di un pensiero musicale sempre più rivolto a una inquieta interiorizzazione, a un complesso procedere per frammenti, a un ansioso, incessante interrogare, a sospesi incantamenti. Qui la meditazione dell’ultimo Nono sul suono e sullo spazio sembra voler schiudere prospettive infinite, accogliendo così l’urgenza visionaria del testo di Giordano Bruno, che viene usato solo in parte ed è inglobato nella musica insieme con gli stimoli che ha offerto alla fantasia del compositore: le voci si impadroniscono delle sillabe latine e del loro suono, frammentando o trasformando il testo, proiettando anche questo nell’articolatissimo, inquieto spazio sonoro dove le parole di Bruno, restano diremmo “sospese”.
[…] La dialettica noniana tra momenti di struggente dolcezza e aspre tensioni si arricchisce in 1°)Caminantes … Ayacucho di alchimie sonore e magie nuove, in una sorta di identificazione con l’anelito all’infinito espresso dal testo di Bruno. Nella meravigliosa sezione conclusiva, tutta sospesa in una contemplazione in pianissimo, le ultime parole del testo musicate da Nono sono «adtolle in clarum».
Le intona il coro, ma nelle ultime battute entra il terzo soprano del Solistenchor di Friburgo, e il suo La resta solo, sospeso nello spazio, tra le note tenute dei flauti e quella dell’organo, come un’ultima, solitaria invocazione.
Paolo Petazzi
(tratto dal catalogo “Con Luigi Nono. Festival internazionale di musica contemporanea, La Biennale di Venezia, 1992-93, Ricordi, Milano 1993, pp. 94-97)
Lethaea undantem retinens ab origine campum
Emigret O Titan, et petat astra precor.
Errantes stellae, spectate procedere in orbem
Me geminum, si vos hoc reserastis iter.
Dent geminas somni portas laxarier usque,
Vestrae per vacuum me properante vices:
Obductum tenuitque diu quod tempus avarum.
Mi liceat densis promere de tenebris.
Ad partum properare tuum, mens aegra, quid obstat,
Seclo haec indigno sint tribuenda licet?
Umbrarum fluctu terras mengente, cacumen
Adtolle in clarum, noster Olimpe, lovem.
Giordano Bruno
“Ai principi de l’universo” da De la Causa, Principio et Uno (1584)
38. 1°) Caminantes…. Ayacucho (1986-87)
Alcune informazioni su “1° – Caminantes…. Ayacucho”
1) “Intenderete molte cose ove la ragione non è amica del senso, né il senso è capace della ragione” (da L’Antica musica ridotta alla moderna prattica di N. Vicentino sommo teorico e musico– 1555) –
“Die Wahrnehmung der Änderung, der Veränderungen” [“La percezione del cambiamento, delle trasformazioni”]
(Luiz Herbertus Brouwer – Die intuitionistische Mathematik – ca. 1936) –
“La base mÊme de la creation est l’experimentation... l’experimentation audacieuse...” [“La base stessa della creazione è la sperimentazione... la sperimentazione audace”]
“L’oreille intérieure l’oreille de l’immagination c’est l’etoile polaire du compositeur” [“L’orecchio interiore l’orecchio dell’immaginazione è la stella polare del compositore”] (E. Varèse Liberté pour la musique – 1939)
2) A Toledo, en el Andaluz, sul muro di un monastero francescano, si legge:
“caminantes viandanti
no hay caminos non ci sono strade
hay que caminar” si deve camminare”
Allora, circa nel XIII sec., nel XV fino al XVI sec., e ancora fino a oggi: il viandante, attraverso strade sconosciute, con sforzi innovanti – proposte, esperimenti che si ampliano, attraverso conoscenze, improvvise illuminazioni – gnosi – spazio infinito, fino ad altre sorprese spesso inaUDIte – scoperte – sentimenti – natura –
3) In Andalusia: crocevia di culturA araba ebraica cristiana – La Con-fusione = il fondere insieme diversi, anche CONFLITTUALI, pensieri spiritI anime – Anche Venezia – Berlino prima del ’33, anche in particolare con la cultura russa – e la possibile impossibile vita di oggi, di gran lunga oltre i confini – A Toledo illuminazione – Provocatio per Ars Combinatoria – musica in me
1) “caminantes….Ayacucho” (Monaco)
2) “no hay caminos.… ? (Tokio)
3) “hay que caminar… ? (Venezia- Friburgo-Berlino)
Ayacucho: uomini ragazzi contadini indigeni studenti professori universitari foresta natura spazio cielo nel sud del Perù, da secoli in rivolta: “CAMINANTES…” che cercano vie innovanti, ALTre qualità di vita, contro i potenti “I gelidi mostri”, che puntano solo alla repressione (come altrove nel mondo).
(Giugno 1986 I massacri in 3 prigioni in Perù)
4) Giordano Bruno: il viandante attraverso l’infinito, universi e mondi attraverso de magia e de la causa, principio e uno (da cui il testo per questa musica) fino alla morte sul rogo a Roma a causa dell’Inquisizione NERA – un altro pensatore aperto affascinante, così profondo nei segreti della vita – natura: Oggi così vivo anche in me –
5) La scuola musicale veneziana (gli amatiSSIMI A. e G. Gabrieli) la parallela scuola musicale spagnola (gli amatiSSIMI Mateo Romero – Juan Batista Comes – Jose Ruiz Samaniego (XVI sec.) ANCORA quasi sconosciuti!!!) – cori (fino a 23 voci – fino a 7 cori), Tallis Striggio fino a 40 voci. Spazio – spazi – RIVERBERO – risonanza – ALTRI pensierI musicali (Neue Hall- und Tonkunst di Athanasius Kircher 1684) – Qui al Gasteig: molti ‘cori’ da sinistra a destra in alto – centrale A B B’ C / fiati / archi con microintervalli – spettri acustici / organo / 2 cori / percussioni – contralto – flauto basso – spazio RISONANTE – lo spazio risuona – composto – live electronicS in REAL TIME nello spazio attraverso spazio, spazi – spero: delL’INAUDito!
6) Ancora: disperato sperando, l’inquietudine dell’ignoto –
7) Ma, io non lo so. Davvero non lo so? E tu?
Luigi Nono ________________ Berlino 7 – 4 – 87.
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Luigi Nono. Scritti e colloqui, a cura di A.I. De Benedictis e V. Rizzardi, Ricordi-LIM («Le Sfere», 35), Milano 2001, vol. I, p. 499-501
TESTO BASE: Einige Informationen über “1° – Caminantes….Ayacucho”, manoscritto ALN (tedesco).
IE: Luigi Nono, Einige Informationen über “Caminantes... Ayacucho”, in Münchner Philarmoniker, (programma di sala per i concerti del 25-28 aprile 1987), pp. 3-5.
RT: LN-Feneyrou, pp. 336-338.
Vi insegnerò differenze, a cura di A.I. De Benedictis, Milano, Banca Popolare di Milano-Archivio Luigi Nono, 2000, pp. 89-93.
Traduzione dal tedesco di Monica Roberta Vincis e Veniero Rizzardi
- Hella Melkert, Jeder Klang ein Universum, Zu "Caminantes... Ayacucho" (1987) von Luigi Nono, «MusikTexte. Zeitschrift für Neue Musik», aprile 1996, pp. 20-28
- Christina DOLLINGER, Unendlicher Raum - zeitloser Augenblick: Luigi Nono "Das atmende Klarsein" und "1° Caminantes.....Ayacucho", PFAU-Verlag, Saarbrücken 2012
[CD] MC 9602, 2000
Casa discografica: Musicom Interpreti: Susanne Otto, alto; Chiara Tonelli, flauto; Solistenchor Freiburg; Pere Pou, tenore; EdHSS, realizzazione elettronica; direzione del suono di André Richard Note: Edito anche nel CD MC 0007 (2000) |