FONDAZIONE ARCHIVIO LUIGI NONO ONLUS

Mostra Luigi Nono. Una biografia

Mostra realizzata con il contributo di Regione Veneto

In collaborazione con
Fondazione Giorgio Cini ONLUS

(Palazzo Cini a San Vio
Dorsoduro 864
30123 Venezia
4 – 28 giugno 2009)

Con il patrocinio del Comune di Venezia

A cura di
Giorgio Mastinu
con Nuria Schoenberg Nono

La mostra traccia una biografia del compositore attraverso l’ampia documentazione fotografica conservata all’Archivio Luigi Nono  che è stata oggetto di un progetto di riordino, catalogazione, digitalizzazione ed è stata arricchita di immagini che illustrano e completano la biografia noniana negli anni dell’infanzia, dell’adolescenza e degli anni di studio a Venezia e a Padova: dai luoghi familiari negli anni Venti e Trenta – la grande casa materna di Limena, le escursioni in laguna fino a Torcello, le soleggiate giornate a Bassano, le montagne di Cugnach – agli anni di formazione, ambientati in una Venezia colta e, malgrado il periodo difficile, capace di guidare con mente libera gli ideali del giovane Nono. L’album idealmente ricostituito ripercorre non solo le vicende musicali italiane e internazionali – dagli anni giovanili con Bruno Maderna e Gian Francesco Malipiero, agli anni dei corsi a Darmstadt, attraverso le esperienze allo Studio di Fonologia della Rai di Milano, i viaggi e le lezioni in America Latina, l’amicizia e la collaborazione con Claudio Abbado, Gidon Kremer e gli anni all’Experimentalstudio di Friburgo – ma racconta anche le relazioni, spesso amichevoli, con scrittori (Giuseppe Ungaretti, Italo Calvino, Edmond Jabés), con personalità della politica (Fidel Castro, Pietro Ingrao, Giorgio Napolitano), con esponenti del teatro (Erwin Piscator, Peter Weiss, Heiner Müller) e dell’arte (Emilio Vedova, Alberto Burri, Renato Guttuso). A queste storie si intreccia quella familiare: l’incontro con Nuria Schoenberg, sua futura moglie, l’arrivo della primogenita Silvia (la cui nascita è documentata da un bel reportage del giovane compositore Helmut Lachenmann, allora allievo di Nono) e, qualche anno dopo, di Serena Bastiana. Compagne di viaggio in luoghi spesso lontani (il lungo viaggio in America Latina, la permanenza in una dacia nei pressi di Mosca in compagnia di Juri Ljubimov nel corso degli incontri preparatori per Al gran sole carico d’amore) e presenze importanti nella vita e nell’opera del compositore.

Di interesse non solo biografico le molte fotografie eseguite da Nono stesso nei suoi studi di Venezia, di Friburgo, di Berlino. L’allestimento dello spazio di lavoro, che convive nel continuo di immagini, forme, figure e paesaggi necessari, è documentato da Nono con ossessiva perizia: dal grande studio di Venezia aperto da grandi finestre sulla laguna alla libreria in cui si ammassano manoscritti musicali, appunti; dal mutare del paesaggio dallo studio nella camera dell’Hotel Halde, immerso nella Foresta Nera, fino al “precario” soggiorno berlinese.
Altrettanto importanti i viaggi che documentano le tappe di una inquieta ricerca interiore: Mosca, Tallin nel 1963, l’America del Sud, la Spagna nei primi anni Ottanta (Granada, Siviglia, Cordoba), fino al Polo Nord nel 1986. Tra gli ultimi, quello compiuto con il treno Transiberiano per raggiungere il Giappone nel 1987.

Notevoli anche i grandi nuclei costituiti dai reportage eseguiti per i lavori teatrali. In particolare per le prime esecuzioni assolute di Intolleranza 1960 (più di 100 scatti con quattro punti di ripresa differenti), di Al gran sole carico d’amore, documentata da Luigi Ciminaghi – importante fotografo di scena – e di Prometeo. Tragedia dell’ascolto, seguito da Nono con la propria macchina fotografica in ogni fase, dal primo sopralluogo a San Lorenzo (con Renzo Piano, Alvise Vidolin e Hans Peter Haller) all’impegnativo lavoro di allestimento per la prima veneziana, documentata in mostra dalle fotografie di Graziano Arici. Molte le immagini inedite che contribuiscono a ricostruire le vicende artistiche e umane – e quindi una cronologia degli incontri, degli spostamenti, dei contatti – rivelando al contempo quel mondo di compresenze sempre fonte di stimoli umani, artistici e civili.