FONDAZIONE ARCHIVIO LUIGI NONO ONLUS
Post-prae-ludium n. 1 per Donau
per tuba e live electronicsData di composizione: 1987
Organico: Tuba in Fa; live electronics
Dedica: “A Giancarlo Schiaffini”
Durata: 13’
Editore: Ricordi, 134668 (1987)
Prima esecuzione assoluta: Donaueschingen, Donaueschinger Musiktage 1987, 17 ottobre 1987; Giancarlo Schiaffini, tuba – Experimentalstudio Heinrich Strobel Stiftung des Südwestfunks – André Richard, Rudolf Strauß regia del suono
Post-Prae-Ludium per Donau, eseguito a Donaueschingen nel 1987, nasce dalla stretta collaborazione tra il musicista e l’esecutore: Giancarlo Schiaffini. Questi, assieme al flautista Roberto Fabbriciani e al clarinettista Ciro Scarponi, è stato uno degli interpreti che ha collaborato in maniera continua con Luigi Nono nelle sue ultime peregrinazioni musicali, seguite alla svolta segnata dal quartetto Fragmente-Stille, an Diotima. La loro tecnica esecutiva sollecitava la fantasia del compositore, suggeriva altri suoni, interagiva attivamente nel processo creativo. Durante la genesi di Prometeo Nono annotava infatti: <<Fabbriciani nel registro Do3 Fa3 del flauto Scarponi nel registro Re bemolle2 La bemolle2 del clarinetto, Schiaffini nel registro Fa2 Fa3del tuba riescono a produrre suoni vere onde sinusoidali senza armonici (tutto analizzato a Friburgo con il sonoscop)>>. Il fondamentale e inevitabile incontro con il live electronics di Friburgo, con la tecnica di trasformazione dal vivo dei suoni prodotti dagli strumentisti e dai cantanti, ha modificato lo stesso lavoro compositivo di Nono come ha reso incerta una sua trascrizione grafica.
Dalle note che il compositore scrisse per la prima esecuzione assoluta del brano, e che ora compaiono nella partitura, si può leggere: «Il percorso della composizione è fissato nei suoi dettagli; la creazione è invece pensata come un appunto per l’esecutore. Nuove possibilità di tecnica dell’esecuzione di una tuba a sei cilindri danno all’interprete la continua libertà di superare questi appunti e creare eventi sonori casuali. La trasformazione elettronica del suono è intessuta nella composizione in maniera differenziata. La tuba deve captare, elaborare e rispondere ai processi di espansione del suono. La notazione data, la nuova tecnica dell’esecuzione e l’elettronica dal vivo, insieme sostituiscono l’effetto di una mia interpretazione».
La partitura diviene perciò una traccia, una mappa che l’interprete deve attivamente ricreare, la sua notazione non è una prescrizione (Vorschrift) ma semplicemente una trascrizione (Nachschrift): il suono precede l’atto della scrittura, non viceversa. Ecco che il comporre per Nono è diventato, da un lato il frutto di una complessa serie di operazioni e di un lungo lavoro d’assieme fra tecnici e interpreti, e dall’altro la condizione che, nell’accadimento originario dell’evento sonoro – il concerto, l’esecuzione pubblica – si ritrae per non invaderne lo spazio, invitando così l’ascoltatore a seguire il fascino del muoversi del suono nello spazio e del suo dialogare col silenzio.
L’ascolto cui Nono pensa, quando lavora a opere come Post-Prae-Ludium per Donau, è un ascolto originario, non in quanto capace di cogliere il senso ultimo della composizione, ma in quanto ogni volta si pone nuovamente con curiosa meraviglia di fronte all’accedere di un suono senza poterne prevedere l’esito, in una dimensione di sospensione temporale.
Paolo Pinamonti
(tratto dal catalogo “Con Luigi Nono. Festival internazionale di musica contemporanea, La Biennale di Venezia, 1992-93”, Ricordi, Milano 1993, p. 246)
40. Post-Prae-Ludium per Donau (1987)
Il decorso compositivo è fissato nei suoi dettagli, mentre la notazione è pensata come traccia per l’esecutore.
Nuove possibilità tecnico-esecutive di una tuba a sei pistoni danno all’interprete continua libertà, a partire da queste indicazioni, di plasmare eventi sonori casuali sempre nuovi. La trasformazione elettronica è limitata, ed è introdotta nella composizione in modo differenziato.
Il suonatore di tuba deve ascoltare tutti i processi di espansione del suono per reagire a essi e prendervi parte. Dall’effetto congiunto di notazione data, nuova tecnica esecutiva e live-electronics nasce così un’interpretazione vivente.
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Luigi Nono. Scritti e colloqui, a cura di A.I. De Benedictis e V. Rizzardi, Ricordi-LIM («Le Sfere», 35), Milano 2001, vol. I, p. 505
IE: Donaueschinger Musiktage 1987, (programma di sala per il concerto del 17 ottobre), p. 23 (TESTO BASE).
RT: LN-Feneyrou, p. 341.
Come avverte una nota in IE, il testo è stato formulato da Hans-Peter Haller a partire da una conversazione con il compositore. La traduzione francese che compare in LN-Feneyrou si basa su un programma di sala del 1992 (La voix du geste, Ars Musica, Bruxelles, 27 marzo 1992) che integra al testo di IE un lungo commento di taglio analitico, di cui viene segnalata l’«origine incerta». Quest’ultimo in realtà è stato stilato da Jürg Stenzl per il programma di sala della rassegna «Wien Modern », Vienna 1988.
Traduzione dal tedesco di Veniero Rizzardi
- Matteo PENNESE, Post-Prae-Ludium per Donau de Luigi Nono: de la partition à l'œuvre réalisée, Tesi di Laurea, Unviersité Paris IV, 1998
[CD] WWE 12 CD 31899,
Recording label: Col legno Performers: Giancarlo Schiaffini, tuba; EdHSS, realizzazione elettronica Notes: Edito anche nel CD WWE 1CD 20505 |
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[CD] CRMCD 1003, 1991
Performers: Giancarlo Schiaffini, tuba; EdHSS, realizzazione elettronica | |
[CD] ARCD 032, 1993
Recording label: Artis Performers: Giancarlo Schiaffini, tuba; Alvise Vidolin, live electronics |