FONDAZIONE ARCHIVIO LUIGI NONO ONLUS

Io, frammento dal Prometeo

a più cori, per 3 soprani, piccolo coro, flauto basso, clarinetto contrabbasso e live electronics
Main

Data di composizione: 1981

Testi: a cura di Massimo Cacciari, da Eschilo (Prometeo incatenato), Euripide (Alcesti), Erodoto (Storie I, 32), Friedrich Hölderlin (Schicksalslied), Pindaro (Nemea, VI), Saffo (Frammenti)

Organico: 3 Soprani; Piccolo coro a 12 voci (2 Soprani, 2 Mezzopsoprani, 2 Contralti, 2 Tenori, 2 Baritoni, 2 Bassi), Flauto basso, Clarinetto contrabbasso in Si♭; live electronics

Durata: 45’

Editore: Ricordi, 133368 (1981)

Prima esecuzione assoluta: Venezia, Palasport, 24 settembre 1981. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, La Biennale di Venezia, “Dopo l’avanguardia”. Rosanna Didonè, Alessandra Rossi, Miriam Claire, soprani – Roberto Fabbriciani, flauto basso – Ciro Scarponi, clarinetto contrabbasso – Gruppo Vocale del Maggio Musicale Fiorentino –Roberto Gabbiani, direttore – Experimentalstudio der Heinrich-Strobel-Stiftung des Südwestfunks E.V., Freiburg (Breisgau), live electronics – Hans-Peter Haller, Rudolf Strauss, Alvise Vidolin, realizzazione live electronics – Luigi Nono, direttore e regia del suono.

Synopsys

Io, frammento dal Prometeo, […] costituirà, nel Prometeo, il Primo stasimo. La compagine corale è quasi costantemente suddivisa i dodici parti reali, che sviluppano immagini armoniche di varia conformazione. Come d’uso nella scrittura di Nono, le masse vengono modellate da dinamiche molto contrastanti e sospensioni ritmico-metriche. Il dispositivo elettronico sostiene e rinforza tale plasticità mediante un’amplificazione regolata estemporaneamente, “a mano”. Nei passi in cui la plasmazione delle testure si vale di dinamiche molto diverse da voce a voce, una regolazione parimenti individuata dei potenziometri degli altoparlanti genera effetti di moto lento e irregolare del suono nello spazio. In questo stile, dunque, ciò che gli antichi madrigalisti chiamavano “il fine de la vita” è nel contorno di ogni gesto e di ogni cosa. E la natura sonora mira a incarnare l’estremo di ogni esistenza: il suono vorrebbe raggiungere il termine di ogni azione, e attingere così il retaggio di tragicità accidentale  e irripetibile che suggella ogni sorte. Immanente all’atto compositivo, e sua causa segreta, il delirio bello di ogni suono, sia pure in forma conativa o ottativa, sia tutta la presenza, come squadernata per l’ascolto. Ogni composizione dello spazio-tempo figura l’irrompere dell’intera storia in ogni gesto. E ormai prevale la suggestione che l’intero spazio e tutto il tempo aprano la via del suono, la persuasione che ogni suono sia il punto elettivo per l’edificazione dello spazio, per l’inaugurazione del tempo.

Marco Mazzolini

(tratto dal catalogo Luigi Nono e il suono elettronico, 10° Festival di Milano Musica, p.159)

Arrangements
Lyrics
Nono's writings

32. Io, frammento dal Prometeo (1981)

Momento di inquieta ricerca di spazialità conflittiva tra probabilità variate di tecnologia di pensieri di sentimenti. Il “Prometeo” mi si sta “frammentando” nello spazio, non visuale, ma tutto da ascoltare. Palasport non più contenitore a caso, o per banale violenza di amplificazione, ma autentico strumento spaziale da poter suonare. Possibile?

(IE: 1981; LN-Ricordi 488)

Bibliography

- Hella MELKERT, Io, frammento dal Prometeo (1981), in «Far del silenzio cristallo», PFAU-Verlag, Saarbrücken 2001, pp. 82-117.

- Laurent FENEYROU, La dimensione sonora del silenzio, in Civiltà musicale veneziana. Incontro di studi in memoria di Alfredo Casella nel cinquantesimo della scomparsa. Fondazione Giorgio Cini, Istituto per la Musica-Archivio Casella, Venezia 16-21 dicembre 1997.

Audio/Video
[CD] Registrazione privata di un’esecuzione della Bayerischer Rundfunk,

Notes: ALN

[CD] WWE 2SACD 20600,

Recording label: Col legno

Performers: Katia Plaschka, soprano; Petra Hoffmann, soprano; Roberto Fabbriciani, flauto; Ciro Scarponi, clarinetto contrabbasso; Solistenchor Freiburg; EdHSS-SWR; Bernd Noll, audio technology; direzione del suono di Michael Acker e Reinhold Braig, dir. André Richard